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|Max Tesio
Di recente abbiamo finito la casa nuova, tutta di nuova costruzione, quindi anche l’impianto elettrico è stato progettato da zero. Come ogni cosa fatta bene, nello studio di una nuova abitazione sono dell’idea che bisogna essere un attimino lungimiranti, specie per quelle utenze o servizi che, al giorno d’oggi, sono diventati ormai di fondamentale importanza, come internet.
Siamo nel 2023 (2020 ad inizio lavori, ma il discorso non cambia), è quanto meno doveroso valutare un impianto elettrico strutturato per integrare una rete internet che sia, a mio avviso, visivamente il più discreta possibile ma che, al tempo stesso, che sia efficiente e soprattuto pratica, quindi basta con router poggiati ad cazzum sulle credenze in soggiorno, cavi che corrono per casa, ripetitori wifi che spuntano come funghi per coprire tutta casa, ecc…
Fortunatamente ho affidato la progettazione dell’impianto ad un elettricista della mia zona che, oltre ad essere stato esemplare nella costruzione, ha saputo venire incontro alle mie seghe mentali esigenze consigliandomi, oltre ad una serie civile esteticamente pazzesca e future proof (Bticino Living Now, andate a darci un’occhiata), un bel sistema di cablaggio strutturato per la LAN, perfettamente integrato nelle mura e con una estensione capillare in tutta casa.
Abitando in un piccolo paesino, la fibra ottica putroppo è ancora un miraggio. Pertanto mi sono affidato alla tecnologia FWA (Eolo) che prevede, per sua natura, una antenna esterna per comunicare con le BTS. Si rende quindi necessario un collegamento tra tetto e router in modo tale da poter posizionare l’antenna nel punto più favorevole possibile per la ricezione.
La casa è suddivisa su due piani quindi, con molta probabilità, potrebbero crearsi dei coni d’ombra nella ricezione del Wifi. Aspetto da tenere in considerazione nella scelta dell’hardware e, soprattuto, dove posizionarlo.
Le connessioni via cavo sono sempre preferibili. Sono più stabili, più veloci e (probabilmente) anche meno dannose per la salute. Quindi necessarie prese ethernet in punti strategici per poter collegare fisicamente i dispositivi più importanti
L’impianto deve essere discreto dal punto di vista visivo, non è bello vedere cavi sparsi per casa o router appoggiati su credenze o mensole, meglio nasconderli per quanto possibile
Partendo dai presupposti di cui sopra, si è giunti alla decisione di costruire un cablaggio strutturato composto da un Rack centrale da 10” (in cui alloggiare il grosso dell’hardware) posto in un punto nascosto della casa (ma comunque accessibile per manutenzioni od upgrade), da cui si diramano il collegamento diretto al tetto (per l’antenna FWA), un collegamento specifico per l’Access point al primo piano ed i cablaggi per le 9 prese ethernet sparse per casa. I cavi sono in Cat6a in modo da essere meno soggetti ad obsolescenza (quindi, considerando lo stato attuale delle connessioni italiane, sarò a posto per almeno 20 anni). Per l’access point al primo piano ho richiesto che venisse installata una scatola 503 da incasso su una parete in una zona centrale del piano, a pochi centimetri dal soffitto, in modo da renderlo il meno invadente possibile
Valutavo inizialmente una serie di dispositivi di grado business installabili direttamente in un rack da 19” ma, avendo poi optato per un armadio più piccolo, ho dovuto rivedere il tutto e trovare qualcosa che fosse piccolo quanto basta per essere inserito dentro al mini-rack, ottimizzando la quantità di cavi, trasformatori e dispositivi (giovando oltretutto al portafoglio). Grandstream e TP-Link sono arrivati in mio soccorso.
Per poter dare segnale a tutte le prese ethernet di casa, e per poter alimentare via POE l’access point che vedremo dopo, ho optato per il TP-Link TL-SG1210MPE, uno switch gestito con 10 porte (di cui una SFP, volendo esagerare), con POE+, delle dimensioni perfette per essere posizionato su una mensola del rack. Così facendo ho eliminato la necessità di avere un ulteriore trasformatore per l’access point.
Eolo, fortunatamente, dà di default la possibilità di optare per un router personale senza dover essere vincolati a quello del fornitore (grazie AGCOM) fornendo i parametri per la connessione. Il che è un bene perché, personalmente, ritengo gli ultimi modelli di EoloRouter piuttosto “economici”. La scelta del router, dettata dalla volontà di avere un’unica interfaccia di controllo (vedasi sotto), è ricaduta su uno degli ultimi dispositivi rilasciati da Grandstream, il GWN7062. È un router decisamente performante, con un’infinità di funzioni tra cui la possibilità di connettersi a due WAN e di gestirle contemporaneamente (bilanciamento del traffico, backup, ecc), gestione avanzata della LAN, firewall, Vlan, ecc. Ed è già compatibile con la tecnologia WiFi 6. Insomma, come dice il titolo di questo post, decisamente overkill per un utilizzo casalingo. E in più è di modeste dimensioni, quindi facilmente inseribile all’interno del rack.
La scelta dell’access point per una combinazione perfetta con il router è ricaduta sul Grandstream GWN7624. È un AP avanzato tanto quanto il router (come tutto la gamma del produttore, del resto), alimentato via POE, con il plus di poter essere installato direttamente su una scatola 503 da incasso (come nel mio caso) evitandomi quindi di dover forare nuovamente la parete. Ne risulta un’installazione per niente invasiva e piuttosto discreta. Tutto quello che si nota, alla fine, è una piccola scatoletta bianca poco più grossa di una 503 in cima alla parete, that’s it!. L’unico neo è che non è compatibile con il Wi-Fi 6, ma poco male, per ora.
Come accennato poco sopra, ho scelto i vari dispositivi per uno scopo ben preciso: poter gestire l’intera rete da un’unica piattaforma, senza dovermi districare tra i diversi software dei vari dispositivi. È una finezza, è vero, ma l’ho già detto che volevo una soluzione overkill o no?
Ad eccezione dello switch che viene gestito separatamente (ma ehi, il mercato, il portafoglio e le circostanze offrivano quello, vedremo in futuro), grazie alla accoppiata Router + Access point, sono in grado di gestire l’intera rete di casa tramite un’unica piattaforma. Grandstream (e non solo, altri marchi offrono soluzioni simili) fornisce gratuitamente un portale (in Cloud, per aggiunta) tramite il quale è possibile configurare e monitorare tutti i dispositivi del marchio, in simultanea, anche da remoto. Grazie ad esso posso gestire di tutto punto la rete di casa con tutte le personalizzazioni del caso.
La cosa che mi è stata più utile (e che mi ha affascinato, in un certo senso), è stata la configurazione delle reti Wi-Fi. La piattaforma offre la possibilità di creare una rete Wi-Fi secondo le più svariate esigenze, e successivamente definire quali AP debbano fornire tale rete. Così facendo, ho la potuto creare un’unica rete wifi che viene fornita contemporaneamente sia da router sia da access point. In tal modo, i client che fanno su e giù per casa come gli smartphone, non impazziscono switchando continuamente rete, ma sono i dispositivi che forniscono la rete ad occuparsene.
Inoltre, ho notato che alcuni apparati smart (come il Google Home mini di prima generazione ed alcune lampade) hanno qualche problema con il Wi-Fi 6. Per ovviare a ciò e per strutturare meglio la rete, ho deciso di creare un secondo punto di accesso, nascosto, dedicato esclusivamente ai dispositivi smart home, facendolo servire solamente dall’AP che non sfrutta la tecnologia Wi-Fi 6.
A conti fatti mi rendo conto che, effettivamente, alcune (la maggior parte) delle soluzioni che ho scelto sono un tantino eccessive per un utilizzo domestico.
La struttura fisica della rete (intesa come cablaggi e sistemazione delle prese) così come configurata la ritengo ormai essenziale nelle case di nuova costruzione: Internet è ormai obbligatorio in casa, sia per svago che per lavoro, quindi un minimo di struttura che lo possa supportare efficacemente ci vuole.
La scelta dell’hardware è stata influenzata per lo più dalla mia passione per l’informatica, ma anche dalla volontà di avere, come ripetuto più volte, una rete ben armonizzata con il resto della casa, oltre che stabile ed efficiente.
Avrei potuto selezionare dispositivi più economici o addirrittura sfruttare quelli che già avevo nella vecchia abitazione, è vero, ma non sarebbero stati così integrati, soprattutto a livello estetico (vedasi AP).
Ma poi “hai fatto 30, vuoi non fare 31?” Quindi vada per l’Overkill 🤣
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